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  • La mente incarnata – Il ruolo del corpo nell’educazione didattica

“Il corpo è la base su cui poggia il nostro mondo e i processi relazionali, intellettuali ed emotivi” 

(Merleau Ponty, 2005). 

Una delle scoperte più importanti degli ultimi 40 anni è stata che ci sono, infatti, informazioni ricche e varie nell’ambiente ( Gibson, 1966 , 1979 )  che siamo in grado di utilizzare per produrre tutti i tipi di comportamenti complessi. Il nostro comportamento emerge da un pool di potenziali risorse per il compito che includono cervello,  corpo, l’ambiente. I pensieri che si sviluppano nel cervello possono innescare stati emotivi che si traducono in azioni e, allo stesso tempo, il corpo può cambiare il corso dei pensieri.

L’embodied cognition, o cognizione incarnata, spiega come  il cervello non sia l’unica risorsa cognitiva che abbiamo a nostra disposizione per risolvere i problemi. I nostri corpi e i loro movimenti percettivamente guidati attraverso il mondo svolgono gran parte del lavoro necessario per raggiungere i nostri obiettivi, sostituendo la necessità di complesse rappresentazioni mentali interne.

Mente e corpo non sono separati e distinti, come erroneamente pensava Cartesio, ma  il nostro corpo, e il cervello come parte del corpo, concorre  a determinare i nostri processi mentali e cognitivi .

Secondo l’embodied cognition quindi i processi cognitivi sono profondamente radicati nelle interazioni del corpo con il mondo e il corpo riveste un ruolo centrale nel modellare la mente. Il rapporto tra mente e corpo è bidirezionale: la nostra mente influenza il modo in cui il corpo reagisce e, allo stesso tempo, la “forma” del nostro corpo attiva la nostra mente.

Molti sono stati negli anni le ricerche e gli studi incentrati sull’influenza reciproca tra corpo e mente  i cui risultati hanno trasformato in modo significativo la nostra comprensione delle emozioni, del comportamento e della conoscenza; di quanto è complessa la relazione tra di loro nel cervello e delle modalità con cui sono coinvolti e interagiscono tra di loro, nel corpo.

L’attenzione, concentrazione, percezione, simbolizzazione,linguaggio,contestualizzazione,associazione,immaginazione, memoria, rievocazione, logica, sono tutti  aspetti della cognizione che  coinvolgono non solo il cervello ma anche l’intero corpo e l’interazione di questo  con l’ambiente.
ISP Embodied Cognition Blog Raja Selvam

L’ambiente diventa quindi ambiente di apprendimento, dove l’educazione culturale e  disciplinare costituisce solo un aspetto dello sviluppo persona. 

Alla luce delle prove delle neuroscienze e dell’embodied cognition in particolare, è necessario “ripensare alla didattica” allo scopo di individuare nuove pratiche educative e didattiche che facilitino i processi di apprendimento, prevengano gli insuccessi e le difficoltà scolastiche, la promozione del benessere di ogni alunno attraverso un approccio inclusivo riconoscendo le particolarità di ognuno e le esigenze specifiche.1

Una programmazione didattica basata sull’approccio embodied cognition permette agli alunni di essere parte attiva del processo di apprendimento, vengono valorizzate esperienze multisensoriali, multidimensionali, utilizzo di nuovi materiali e nuovi spazi flessibili, tempi di pausa necessari alla rielaborazione e alla riflessione (Pedagogia della calma, Montessori 1942)

A far parte delle scuole ECM penso entri a pieno titolo la scuola di Malaguzzi di Reggio Emilia che fondò un sistema scolastico dove il potenziale intellettuale, emotivo e sociale viene coltivato e guidato. Qui l’educazione è un processo relazionale e riflessivo, non è vista come un rapporto insegnante-bambino, ma come relazione sistemica di tutti gli attori esterni e interni al setting d’aula, l’apprendimento è ricerca dell’anima delle cose e della relazione tra loro, la presenza dell’atelier come luogo dove progettare è sinonimo di “dare forma” attraverso l’azione alla collaborazione tra corpo, mente ed emozioni.2

Nella visione di embodied cognition l’ambiente interno, ambiente fisico e pedagogico sono interconnessi e non è possibile pensare di agire, organizzare, formare e valutarli in modo distinto in quanto ogni cambiamento produce effetti a tutti i livelli. Il docente stesso è quindi chiamato a svolgere la sua professione su piani multidimensionali capaci di orientare nuove forme della cura educativa attraverso relazioni incarnate: esserci mentalmente, essere autentici, vedere l’altro nella sua interezza 

( Recalcati, 2021)

L’embodied cognition apre nuovi orizzonti di senso   e nuovi percorsi progettuali che guidano lo studente a percorsi formativi basati sull’acquisizione di competenze trasversali tra cui: Comunicazione efficace, empatia, flessibilità, problem solving, capacità di fare squadra e di riuscire a gestire i conflitti. Si mira a creare una scuola innovativa ed inclusiva ,all’ interno della quale la motivazione e il senso di autoefficacia siano potenziati e vadano a sostenere la percentuale di studenti con difficoltà di apprendimento o bisogni educativi speciali. 

Quando l’apprendimento assume traiettorie diverse dal punto di vista neurobiologico, anche la scuola deve assumere traiettorie diverse: le neurodiversità richiedono neurodifferenze nell’insegnamento al fine di garantire una Scuola innovativa ed inclusiva per una società migliore. 

Per approfondire questo tema, puoi leggere l’articolo del Coach Adamo sulla mente estesa.

Bodini Deborah Coach Movimento Talento

 Citazioni:

1. Aspetti chiave tra neuroscienze ed “education” nella prospettiva dell’emboied cognition, Damiani e Paloma, Giornale italiano di Educazione alla Salute, sport e didattica inclusiva, aprile-giugno 2021

2. I cento linguaggi dei bambini, Edwards, Gandini e Forman, edizioni junior gruppo Spaggiari, 2017 , pagg 17, 123

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