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(Immagine tratta dal film “A beautiful Mind”)

A beautiful mind è un film del 2001, il cui Russell Crowe interpreta il ruolo di un persoaggio molto controverso, realmente esistito: il matematico John Forbes Nash che a diciannove anni vince una prestigiosa borsa di studio alla Università di Princeton nel 1947 e diventa ricercatore al MIT di Boston e poi docente a Princeton. Nel 1994 vince il premio Nobel per l’economia  grazie alle sue geniali intuizioni sulla “Teoria dei Giochi”. Una mente tanto brillante e geniale quanto delirante. Ed in effetti proprio questo lato della sua personalità rende difficili i rapporti interpersonali del matematico. Troverà un canale di comunicazione con la giovane studentessa di Fisica Alicia che poi diventerà sua moglie. 

Durante il film lo si vede spesso interagire con il suo unico amico e compagno di stanza Charles e con sua nipote oltre che con William Parcher un agente governativo che lo ingaggerà per missioni segrete.

 E’ immediato il contrasto tra genialità e “follia”. 

Questi personaggi non esistono e sono delle figure immaginarie generate dalla schizofrenia paranoide di cui è affetto. Sua moglie lo sosterrà e accompagnerà nel percorso e Nash imparerà a convivere con le sue allucinazioni, potendo anche ritornare anche all’attività accademica.

Il film non è solo la storia di uno scienziato e della sua vita, che mette in risalto l’aspetto umano, le emozioni, genio e talento che si fondono insieme nel mistero che è la mente umana che è capace di decifrare l’insondabile e allo stesso tempo essere un labirinto di emozioni e paure che portano il protagonista ad essere completamente risucchiato dalla sua mente. L’aspetto che più colpisce del film è che ci porta a credere che anche l’impossibile diventa possibile.   Ma qual è il talento di John Nash?

Non è solo il suo essere capare di decodificare degli schemi non accessibili a tutti della natura e della teoria della probabilità ma è anche la capacità di convivere con una malattia così invasiva, che in qualche modo è quello che può essere il talento alla base della realizzazione: la forza di volontà. Senza, probabilmente Nash non avrebbe mai portato a termine i suoi studi e si sarebbe (ed avrebbero) etichettato come “malato di mente”. Ed invece è riuscito a realizzare il suo sogno: trovare una formula per creare economie e politiche più eque, da questo desiderio nasce la sua Teoria dei giochi. Talento, motivazione, realizzazione di un sogno, ha consentito a John Nash di andare oltre i limiti della sua malattia e raggiungere l’obiettivo. Nash tentò anche di specializzarsi in chimica ed ingegneria ma senza successo. Il si esprimeva attraverso la creatività e la matematica. Nel film vediamo spesso lo scienziato avere la “visione” Nash aveva la visione che poi lo portava ad avere l’intuizione ed elaborarne la dimostrazione. Il percorso che aveva portato a quel risultato incredibile spesso rimaneva un enigma per i suoi colleghi che tentavano di seguire i ragionamenti che lo avevano portato a rispondere in maniera perfetta alla tesi di partenza. Matematica e psicologia si  mescolano in questo film  riproponendo la storia di un uomo che è riuscito a rimanere in equilibrio tra la lucidità che lo portava ad avere chiare intuizioni e la schizofrenia paranoide che lo allontanava dalla società facendolo chiudere in  sé stesso.  La storia di questo scienziato, ci ha insegnato, dunque, che è possibile realizzare un sogno continuando a coltivarlo, riconoscendo il proprio talento e con la forza di volontà superare anche quei limiti che sembravano destinarlo a una vita chiusa all’interno di un ospedale psichiatrico. John Nash ci ha dimostrato che, anche le partite più difficili possono essere vinte.

Giuseppina Polino Coach Movimento Talento

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